Costiera Amalfitana
Le origini di Amalfi sono avvolte dalle nubi della leggenda. Numerose, infatti, sono le leggende circa la fondazione della città: ad ogni modo tutte hanno in comune l’origine romana. Ciò è dimostrato anche dai rinvenimenti di resti archeologici di età imperiale, tra i quali il ninfeo di una villa probabilmente edificata ai tempi dell’imperatore Tiberio. Il toponimo “Amalfi” è, inoltre, di sicura estrazione latina: esso, secondo la saga di origine principale, deriverebbe da Melfi, un villaggio marittimo lucano abbandonato da alcuni profughi romani nel IV d.C.; oppure potrebbe corrispondere al cognome di una gens romana del I secolo d.C. (Amarfia).
A seguito delle incursioni germaniche del V secolo d.C. molti profughi romani delle città campane ormai preda delle orde barbariche si rifugiarono sui Monti Lattari e, dopo breve tempo, diedero maggiore impulso al piccolo villaggio di Amalfi, trasformandolo in una città, che era già sede vescovile nell’anno 596.
Nel IX secolo divenne una delle Repubbliche marinare rivaleggiando con Pisa, Venezia e Genova per il controllo del Mediterraneo. Il Codice Marittimo di Amalfi, “Tavole Amalfitane”, ebbe una grande influenza fino al XVII secolo.Amalfi raggiunse il proprio massimo splendore nell’undicesimo secolo, dopodiché iniziò una rapida decadenza: nel 1131 fu conquistata dai Normanni e nel 1135 e 1137 saccheggiata dai pisani. Nel 1343, poi, una tempesta con conseguente maremoto distrusse gran parte della città.
Il più celebre monumento di Amalfi è certamente il Duomo in stile arabo-siciliano e dedicato al Santo patrono. La sua costruzione fu iniziata nell’XI secolo e completata con molte aggiunte successive. Si contraddistingue per l’imponente facciata, i portali in bronzo realizzati nel 1066 a Costantinopoli, per il bellissimo Chiostro del Paradiso e per la famosa scalinata. Per tradizione, ogni anno un equipaggio di vogatori amalfitani partecipa alla Regata delle Repubbliche marinare sfidando gli equipaggi delle altre tre republiche marinare. Anche se non è storicamente provato, la bussola sarebbe stata inventata dall’amalfitano Flavio Gioia e pare che proprio i navigatori amalfitani siano stati i primi ad usarla. Particolarmente fiorente nella storia della città, e tuttora viva, è l’industria cartaria, legata alla produzione della pregiata carta di Amalfi.
A seguito delle incursioni germaniche del V secolo d.C. molti profughi romani delle città campane ormai preda delle orde barbariche si rifugiarono sui Monti Lattari e, dopo breve tempo, diedero maggiore impulso al piccolo villaggio di Amalfi, trasformandolo in una città, che era già sede vescovile nell’anno 596.
Nel IX secolo divenne una delle Repubbliche marinare rivaleggiando con Pisa, Venezia e Genova per il controllo del Mediterraneo. Il Codice Marittimo di Amalfi, “Tavole Amalfitane”, ebbe una grande influenza fino al XVII secolo.Amalfi raggiunse il proprio massimo splendore nell’undicesimo secolo, dopodiché iniziò una rapida decadenza: nel 1131 fu conquistata dai Normanni e nel 1135 e 1137 saccheggiata dai pisani. Nel 1343, poi, una tempesta con conseguente maremoto distrusse gran parte della città.
Il più celebre monumento di Amalfi è certamente il Duomo in stile arabo-siciliano e dedicato al Santo patrono. La sua costruzione fu iniziata nell’XI secolo e completata con molte aggiunte successive. Si contraddistingue per l’imponente facciata, i portali in bronzo realizzati nel 1066 a Costantinopoli, per il bellissimo Chiostro del Paradiso e per la famosa scalinata. Per tradizione, ogni anno un equipaggio di vogatori amalfitani partecipa alla Regata delle Repubbliche marinare sfidando gli equipaggi delle altre tre republiche marinare. Anche se non è storicamente provato, la bussola sarebbe stata inventata dall’amalfitano Flavio Gioia e pare che proprio i navigatori amalfitani siano stati i primi ad usarla. Particolarmente fiorente nella storia della città, e tuttora viva, è l’industria cartaria, legata alla produzione della pregiata carta di Amalfi.