Sorrento

Sorrento è situata su di una penisola tufacea che si riflette nel golfo di Napoli, affascinati turisti e visitatori sono attratti dai paesaggi mozzafiato. La città dà il nome alla peniusola, una grande area estesa da Vico Equense a Massa Lubrense. Questa zona, grazie alla sua conformazione geografica, sospesa tra il verde delle sue colline ed il blu del mare, è da tempo immemore una grande attrazione del sud Italia. Grazie alle sue quasi dodicimila sistemazioni in oltre 150 strutture ricettive tra camping, bed & breakfast, residences, hostel, villagi vacanze ed agriturismi, il litorale di Sorrento è una delle destinazioni più popolari dell’intera regione Campania.
È inoltre la destinazione ideale per gli visitatori italiani turisti stranieri, che desiderano partire per escursioni a Capri, Ischia, Pompei, Amalfi, Positano, Ercolano, Paestum ed al Vesuvio, posti situati ad una distanza di circa 50 chilometri.
Sorrento è stata prima una colonia dei Fenici, dopo è divenuta un porto frequentato dai Greci per scambi commerciale con Napoli e con altre città del sud. Fu chiamata dai Greci “Syrenusion” o “Syreon” che significa terra delle sirene, le sirene erano creature mitologiche per metà donne e per metà pesce, di cui Omero ha narrato nel suo lavoro famoso poem “L’odissea”. Queste creature con la loro canzone potevano ammaliare i marinai a tal punto che erano disposti a morire per tentare di raggiungerle.
Dopo la dominazione Sannita fu sottomessa dai Romani. Il Romani apprezzarono così tanto le bellezze di questo posto che durante il periodo imperiale fu scelto come località di vacanza da molti patrizi, come testimonia il grande numeroso di ville.
E’ stato il paese natale di Torquato Tasso. Da lungo tempo Sorrento esercita un fascino particolare che ha attratto poeti ed uomini letterari come Goethe, Lamartine, Stendhal, De Bouchard, Byron, D’Annunzio, Ibsen, Douglas, musicisti come Rossini, Liszt, Mendelssohn, Wagner, pittori come Pinelli, Fernet, Lindstrom, fotografi come De Luca ed i fratelli Alinari, direttori come De Sica, Gallone e Mastronardo.
Fra gli ospiti famosi di Sorrento possiamo ricordarsi anche Enrico Caruso, Giacomo Casanova, Scipione Breislak, Marion Crawford, Charles Dickens, Helman Melvill, Friedtich Nietzche ed Axel Munthe.
Questa città costiera è stata inclusa nel diciottesimo secolo fra le destinazioni principali del giro che fu fatto da intellettuali stranieri desiderosi di studiare approfonditamente la storia, l’arte e la coltura italiane e che ha toccato le città italiane più significative.
La basilica di San Antonino è dedicata al santo patrono ed è stata costruita intorno all’anno 1000 con una la tipica struttura delle basiliche, con una navata centrale e due laterali, quindi è stato ristrutturata e ricostruita fra i secoli XVIII ed XIX.
Nonostante tutto la struttura conserva dipinti del 1600, frammenti di un antico pavimento in maiolica hanno ed un esempio notevole di una greppia napoletana del 1700, che è stata attribuita agli allievi della scuola di Sammartino con statue con vestiti realizzati con tessuti preziosi ed arricchiti merletti. Nella cripta sottostante vi è la tomba di San Antonino. Nato a Campagna, una città vicino a Salerno, arrivò a Sorrento dopo che un periodo nel quale aveva vissuto fra Castellammare di Stabia ed il monte Faito, e qui è morto il 15 febbraio 471. Fra i miracoli che sono stati attribuiti a lui, è importante ricordarsi, di quando ha salvato un bambino che fu inghiottito da una balena. Questo fatto spiega la presenza di due ossa di balena all’ingresso della chiesa. Vi era un legame profondo fra il santo ed il mare ed i relativi abitanti come può testimoniare la quantità di ex voto donati alla chiesa dai marinai ha scamparono ai naufragi.
Nella cattedrale di Sorrento non potevano mancare esempi di arte locale famosa in tutta l’Italia: l’intarsio di legno. La cattedrale della città si affaccia sul Corso Italia la strada principale della moderna Sorrento. Il Sedil Dominova è un monumento raffinato, costruito intorno 1450 e conservato perfettamente, era il posto dove i rappresentanti della nobiltà locale si incontravano per discutere di argomenti riguardanti la politica e la vita amministrativa ed della città. E’ l’unico esempio rimanente in tutta la regione Campania di quello che era il punto di ritrovo degli antichi aristocratici, con un loggia aperta sormontata dagli archi, con una base quadrata chiusa su due lati da due balaustre e da una cupola coperta di tegole di maiolica del diciassettesimo secolo. Molto interessanti sono gli affreschi del diciassettesimo secolo che rappresenta la prospettiva architettonica. Il piccolo salotto interno ha conservato le iscrizioni di marmo che ora sono al museo Correale di Terranova in Sorrento. Nella zona di fronte al Sedile Dominova una volta vi era una piccola fontana, da questa fontana deriva il nome della piazza antistante “lo Schizzariello” che significa un piccolo schizzo d’acqua.
Il convento di San Francesco è costituito da tre costruzioni: la chiesa, il convento ed il chiostro molto famoso. La chiesa è stata costruita nel secolo XVI in uno stile barocco, ma con una parte anteriore in marmo bianco che è stato costruito in 1926. Conserva gli impianti importanti come il portone principale di legno, rappresentante San Francesco con il crocifisso. Un’altra statua del santo, in bronzo, in uno stile moderno, realizzato in 1922 dallo scultore Alfiero Nena, è visibile nella piazza, di fronte alla chiesa. Vicino alla chiesa ci è lo splendido convento del quattordicesimo secolo che è stato fondato nel secolo VII e che oggi ancora è abitato dai frati Francescani. La costruzione presenta una ricca varietà di stili architettonici fusa insieme per formare un lavoro, uno sfondo ideale per mostre d’arte, festival, concerti ed eventi.
Potete raggiungere Marina Grande, l’antico porto, tramite una strada in discesa con grandi gradoni. Questa strada ha origine dall’estremità della via “Sopra le Mura”. Dopo pochi gradini si raggiungete la porta di Marina Grande che conserva, malgrado i restauri successivi, la struttura greca tipica ed è datato intorno IV secolo a.c., da questa porta entrarono i pirati Saraceni che saccheggiarono Sorrento nel 1558. Dopo questo cancello entrate in un tipico villaggio di pescatori, derivante dalla fusione fra l’architettura araba e lo stile locale. Da questa combinazione derivano le forme architettoniche, bizzarre e pittoresche come le case, costruite nella scogliera di tufo che sono ancora abitate. Qui vi è inoltre la chiesa della sant’Anna, il santo patrono del villaggio, che è stata costruita alla conclusione del diciassettesimo secolo e successivamente è stata ampliata. Sulla spiaggia, in un cantiere navale a cielo aperto venivano costruiti i famosi “pescherecci di Sorrento”, una tipica barca di legno con una vela, queste barche era lunghe da 6 a 12 metri, maneggiare e sicure. L’abilità di degli artigiani di Sorrento era così grande che i loro pescherecci erano usati dai pescatori dell’intero golfo di Napoli e delle isole. Eredi di questa tradizione sono le imbarcazione a motore da pesca che sono ancora oggi costruite a Sorrento e nei relativi dintorni.
Il museo Correale nasce da un’istituzione privata, voluta dai fratelli Alfredo e Pompeo Correale conti di Terranova, gli ultimi discendenti di una vecchia famiglia aristocratica di Sorrento. Nei loro testamenti espressero la volontà il palazzo e la loro collezione d’arte, conservate nella villa Correale, costituissero un museo con il loro nome. Camminando lungo le stanze di questa splendida residenza potete ammirare la preziosa mobilia, le raffinate porcellane europee ed orientali e i rari dipinti napoletani e stranieri. Il palazzo è costituito da tre piani, con un totale di ventiquattro stanze e da un granaio che è usato come spazio espositivo. Le collezioni d’arte del museo Correale presentano una vasta gamma di dipinti napoletani, di pittura straniera e di arti decorative dal XVI al XIX secolo. Inoltre conserva una interessante collezione di orologi europei e di una delle collezioni più prestigiose di porcellane cinesi, europee e napoletane del secolo XVIII. Per ulteriori informazioni visitate Museo Correale di Terranova.
Il museo, situato nella vecchia città, in un palazzo del diciottesimo secolo, in ambienti con le volte affrescate e soffitti con carte da parati dipinti a mano, presenta una collezione selezionata e ricca di mobilia e di oggetti fatti dagli artigiani di Sorrento durante tutto il secolo XIX. L’esposizione evidenzia gli aspetti tecnici e decorati delle singole scuole ed officine artigianali. L’esposizione adiacente di pitture di artisti italiani e stranieri, di antiche foto e di stampe, consente di ricostruire l’immagine del litorale di Sorrento del diciannovesimo secolo e del contesto storico ed ambientale in cui la produzione locale di tarsia si è sviluppata. Il progresso delle tecniche di fabbricazione, la documentazione sui materiali usati, lo studio sui temi decorativi e dei particolari di progettazione che danno valore ai prodotti di intarsia ed offrono spunto per altre sezioni.
Capo di Sorrento a metà strada fra Sorrento e Massa Lubrense, raggiungibile anche in bus, ha le spiagge della Regina Giovanna ed il sito archeologico della villa di Pollio Felice. Per raggiungere questa zona dovete andare lungo una via stretta, ombreggiata da alberi di olivo ed aranci, con le pareti coperte di edera, che scende sino al mare. La scogliera è dedicata alla regina Giovanna Durazzo d’Angiò, che, secondo una leggenda, è venuta ad immergersi lei stessa in questo spicchio del mare. Quasi tutta l’area è occupato dalle rovine di una grande villa romana, che forse apparteneva al patrizio Pollio Felice, costruito ai tempi dell’imperatore Domiziano (81-96 d.C.) ed cantato inoltre dal poeta latino Stazio in suo poema “Silvae”. Proseguendo si può raggiungere “la Solara” un’enorme distesa rocciosa battuta dal sole, di estate una destinazione per numerosi bagnanti.
Marina Puolo è un suggestivo villaggio costiero, conta oggi circa 150 abitanti e un territorio diviso tra Sorrento e Massa Lubrense. La sua storia è quella degli anziani pescatori, che erano occupati nel riparare reti ed ad indagare quel fazzoletto di mare,che ora è parte della riserva naturale di Punta Campanella, una zona protetta di grande pregio per la notevole biodiversità. Il villaggio situato dietro la grande spiaggia è sormontata da una vecchia torretta di avvistamento contro dei pirati. Il nome “Puolo” deriva da una distorsione del nome latino Pollius, nome del patrizio romano Pollius Felix, proprietario di una villa maestosa, che si ergeva nelle vicinanze. La zona di Puolo è adosso interessato da un progetto di protezione e di recupero turistico. Questo progetto è stato istituito e continua ad essere sviluppato da un’associazione dagli abitanti del villaggio.